lunedì 31 maggio 2010

ANCHE LA TV TRASH PREFERISCE LA TALARE

La talare, da sempre, rappresenta il distintivo per eccellenza del clero. La società dell'immagine, in cui viviamo, propone ad ogni classe il proprio abito, contrariamente a ciò all'interno della Chiesa Cattolica una gran parte di sacerdoti ha lasciato (o peggio non ha mai posseduto) la veste tipica del clero romano, ossia la talare.
Il cardinal Siri, una delle figure ecclesiastiche più importanti del '900, così scriveva ai preti della sua diocesi: “L'abito condiziona fortemente e talvolta forgia addirittura la psicologia di chi lo porta.L'abbigliamento, infatti, impegna per la vestizione, per la sua conservazione, per la sostituzione. È la prima cosa che si vede, l'ultima che si depone. Esso ricorda impegni, appartenenze, decoro, colleganze, spirito di corpo, dignità!”

Navigando sul web, abbiamo trovato, un video che potremmo definire una confessione-musical in lingua napoletana (occhio ai sottotitoli). La cosa più interessante non sono certamente le qualità canone della cantate, bensì un forte richiamo alla tradizione Cattolica: il sacramento della Riconciliazione è amministrato in ginocchio, cioè secondo la prassi storicamente e teologicamente più adatta; le due suore indossano delle vesti monacali, oramai cadute in disuso, che si vedono soltanto nelle immaginette di qualche venerabile fondatrice; infine, come ciliegina sulla torta, il sacerdote indossa la talare (per l'acconciatura del Sacro Ministro è meglio sorvolare, ricordiamo che è soltanto un attore).
 
Da ciò, deduciamo, che i fedeli, in questi caso il regista, immaginano il prete come quell'uomo in talare che confessa interrottamente nel confessionile, per la santificazione dei suoi figlioli.
 


Nessun commento:

Posta un commento